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Immagine del redattoreCarla La Placa

I sugheri del Feudo Manna - Escursione Archeo-naturalistica

Aggiornamento: 6 mag 2019


Una giornata assolata; il primo caldo primaverile; il paesaggio mozzafiato dei dintorni di Enna e la passione di Gianluca e Stefania sono gli ingredienti perfetti per condire una domenica all'insegna della natura e del voler camminare all'aria aperta. Sono le 9,30 mi trovo a Calascibetta, l'aria è calma ed il gruppo organizzato da Gianluca è già radunato.Siamo tutti pronti e desiderosi di affrontare questo breve cammino che riempirà una domenica di fine aprile. Il gruppo sale in macchina ed in fila come una carovana si dirige al luogo di sosta delle auto , quindi all'inizio del percorso pedonale. La guida ci coccola con caffè ed un dolcetto tipico di Calascibetta: lo sgrinfiato. Questo è un dolce tipico Xibetano che solitamente viene preparato per il periodo natalizio, è un biscotto dalla forma romboidale a base di mandorle spezzate, zucchero e farina. Con lo stomaco pieno ci incamminiamo verso la sughereta. alla scoperta delle ultime querce da sughero del territorio, in quello che un tempo fu il Feudo Manna, dimora di famiglie nobiliari arrivate in Sicilia durante la dominazione normanna, al seguito del Gran Conte Ruggero d’Altavilla.


Gianluca ci guida e la nostra vista spazia in una vallata che si espande dal celeste della diga Nicoletti al Mongibello, "a muntagna" ovvero il monte Etna. L'aria è limpidissima e il vulcano si erge ritto innanzi a noi come se non fosse ad una distanza di oltre 100 km. In Sicilia è il monte per eccellenza, già nell'antichità le popolazioni che dominarono la nostra terra lo elogiarono chiamandolo "Mongibello" (Mons-Jebel) unione di due parole la prima latina e la seconda araba con eguale significato: MONTE. Il percorso continua e noi attraversiamo un pascolo naturale, ci sono molti cardi selvatici e facciamo attenzione a non spinarci. All'ingresso della sughereta qua e là si ergono steli di asfodelo dal fiore bianco e striature rosate, fiore che ci ricorda il ratto di Persefone , racconto mitologico ambientato sulle rive del lago di Pergusa, a pochi km dal nostro percorso. " Persefone per gli antichi Greci o Proserpina per i romani si allontanò dal gruppo di amiche che passeggiavano sulle rive del lago per ammirare un Asfodelo, quando si udì un fragore assordante e la tera si squarciò e nè uscì una quadriga d'oro trainata da cavalle immortali . A guidarla c'era il dio Ade, arrivato sulla terra dal regno degli inferi per rapire la giovane e bella Persefone " ( leggi qui per il racconto mitologico )



Ci addentriamo nel bosco di querce e roverelle , gli alberi dapprima radi si fanno sempre più fitti , le ginestre profumate dall'allego color giallo riempono gli spazzi tra un albero e l'altro, noi camminiamo su piccoli sentieri battuti da gli animali, scostiamo qualche ramo per permetterci un passaggio più agevole tra i rovi di rose selvatiche e qualche pianta di asparago. il percorso è "selvaggio", affascinante, ad ogni passo un fiore, un insetto insomma un particolare da osservare. Aleggiano nell'aria profumi di fiori, menta selvatica e della terra umida del sotto bosco. Ad un tratto un ampia radura, una distesa verde e delle vistose rocce. Passo dopo passo le rocce dall'aspetto sempre più maestoso mostrano la loro reale natura : sono grotte e furono, casa, stalla , chiesa. Al loro interno è possibile vedere i segni dell'uomo, canaline di scolo dell'acqua sapientemente scolpite nella roccia , incisioni , il tetto spiovente realizzato in una di queste . Le grotte sono l'attuale riparo di uccelli rapaci, del gheppio falchetto siciliano. A terra troviamo diverse borre, sembrano escrementi ma non lo sono ; è un composto di cibo indigesto ai rapaci e rigurgitato. L'osservazione e l'analisi delle borre forniscono informazioni importanti per la fauna del territorio. Riprendiamo il fiato, un sorso d'acqua e Gianluca che spiega l'archeologia di questo luogo che si collega al sito di contrada Canalotto : il villaggio bizzantino



Qualche minuto di riposo ancora e il cammino riprende, questa volta in salita, attraversiamo qualche cespuglio di malva dai sgargianti colori viola e un piccolo prato di acetosella , il fiore giallo che apprezzavo fin da quando ero bambina perchè potevo mangiarlo!! ha un gusto acidulo ed un gambo carnoso che piacevolmente si schiaccia sotto i denti. Hai mai provato a raccogliere foglie e fiori e a farne una salutare insalata?


Passo dopo passo ci inerpichiamo ancora tra i piccoli sentieri fino a raggiunger un altura , ancora due grotte con visibili tracce abitative, queste però non furono abitate solo nei tempi più remoti ma anche in era moderna. Alle nostre spalle dalla sua altura di 1000 metri s.l.m. svetta Enna con il castello di Lombardia e la rocca di Cerere.


Il cammino riprende, una volta usciti dalla sughereta il nostro cammino prosegue su campi destinati al pascolo dei bovini , il tereno sotto i nostri piedi è deformato da migliaia di impronte di vacca. Dopo la pioggia gli animali al pascolo lasciano piccoli fossi al poggiarsi dei loro zoccoli sul terreno, Qualche passo ancora prima della sosta del pranzo ci spinge ad attraversare un uliveto abbandonato , ma che un tempo fu curato amorevolmente, dimostrazione i muretti a secco costruiti attorno alle radici dell'albero sporgenti dal terreno in pendenza.

Finalmente siamo sulla strada, sulla reggia trazzera, siamo quasi arrivati al casasle dove sosteremo per il pranzo. Lì c'è Stefania ad accoglierci e a rifocillarci con acqua fresca, bruschette al pomodoro. La tavola all'aperto si riempie di prodotti tipici ricotta, formaggi e le confetture prodotte da kalat - scibet e salumi che saziano tutti abbondantemente . Per concludere un dolcetto preparato da me con farina di Maiorca e l'immancabile caffè. Per un pò di relax dopo pranzo c'è chi si sdraia sull'erba tagliata da poco , chi invece rimane seduto su un muretto all'ombra degli alberi a scambiare quattro chiacchiere.



Si son fatte le 16,00 ed è l'ora di riprendere il cammino e raggiungere le auto, prima di partire una sosta al bagno mi dà l'opportunità di provare il sapone naturale prodotto dall'azienda kalascibet il sapone all'essenza di limone e menta è strepitoso ed io con le mani che profumano di fresco ritorno al gruppo e riprendo il cammino .


La stanchezza si fa sentire e la strada in salita sembra non finire mai , le gambe si fanno pesanti per i muscoli poco abituati ma il cuore diventa leggero perchè la natura regala serenità. Questa piacevole giornata è la testimonianza di chi ha scelto la Sicilia, come terra di origine e come luogo dove continuare a vivere , è la testimonianza di Stefania e Gianluca che con professionalità e amore svolgono un lavoro che valorizza il territorio in cui vivono ed operano, creando interesse turistico. Stefania e Gianluca a differenza di tanti ragazzi costretti a fare le valigie e cercare lavoro al di fuori dell'isola si sono rimboccati le maniche per immaginare ed inventarsi il loro futuro in questa Terra ricca di tante bellezze a volte anche sconosciute.

Stefania e Gianluca sono guide Aigae vi lascio i loro contatti, nel caso vogliate organizzare un escursione naturalistica in Sicilia S

tefania Greco ( azienda agricola Kal vi lascio i loro contatti, nel caso vgliate organizzare un escursione naturalistica in Sicilia.


Stefania Greco ( azienda agricola Kalat - scibet) +39 3337110266

Gianluca Rosso ( associazione culturale Hisn al-giran) +39 3283748553


Se desideri trascorrere un soggiorno in Sicilia non esitate a prenotare le nostre comode camere , ti offriremo una ricca colazione . Agriturismo Sangiovannello



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