Amo la terra da tutti i punti di vista : ambientale, naturale, scientifico, artistico.
Il percorso di studi intrapreso da adolescente mi metteva in contatto con l'elemento Terra, senza comprendere, inizialmente, che direzione avrebbe preso la mia vita. Sono maestra d'arte per la ceramica. Il diploma conseguito presso l'istituto statale d'arte di Caltagirone mi ha permesso di conoscere gli aspetti artistici dell'argilla modellata dalle mie mani. Secondo differenti tecniche la Terra prendeva forma oppure si ricopriva di ossidi e di smalti che davano vita ad un tripudio di colori plasmati su piatti e vasi.
La creatività e la passione per i colori vivaci sono sempre stati parte di me. Poi un' opportunità di lavoro, una scelta che ha stravolto la mia vita, ha portato l'attenzione su un altro aspetto dell'elemento Terra.
Dal caos di una delle città più belle della Sicilia mi trasferisco nella quiete pacifica dell'azienda agricola di famiglia. Imparando a vivere in un posto isolato: lontano dalla gente, dai divertimenti e dalle opportunità che una città come Catania poteva offrite ad una ragazza di 20 anni. In questo imparare a vivere una vita nuova, difficile per le amenità del luogo, iniziai a scoprire un senso di pace al contatto con la natura. Tutto quello che
costituiva il ciclo produttivo di ogni singolo prodotto agricolo mi portava gioia. La raccolta delle olive, la semina e la trebiatura del grano, per me sono sempre stati momenti di gioia: di emozioni piacevoli che emergono vive anno dopo anno. Io in questa Terra ormai ci vivo da 20 anni.
Il vivere in campagna mi ha portato a conoscere gli aspetti più intimi degli ambienti naturali, scoprendo un mondo nuovo, per esempio la forza che la natura impiega per far germinare un seme che poi si trasformerà in pianta.
La mia passione per l'arte è stata accantonata ma mai dimenticata e così ho deciso di applicarla al mio lavoro: imparando ad usare un programma di grafica ho avuto modo di poter progettare l'immagine delle etichette da applicare ai prodotti agroalimentari che produco nella mia azienda agricola.
Così, unendo passione per la natura e per la ceramica, decido di progettare una linea di etichette che riprendono i decori della scalinata "Santa Maria del Monte"che a Caltagirone è una tappa obbligata per chi è appassionato di ceramica: 142 scalini, ogni alzata un decoro diverso dal più antico fino ad arrivare lassù in cima dove i decori di impronta moderna riprendono figure d'invenzione dei primi del '900. E poi lassù, una volta in cima alla scalinata, basta voltarsi per vedere il panorama che Caltagirone offre a chi ha il coraggio di arrampicarsi fino all'ultimo scalino. Ed è a Caltagirne che ha sede la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Siclia, il luogo dove vengono custoditi i semi di 52 ecotipi diversi di grani antichi siciliani e di varietà di legumi autoctoni. La stazione conserva i semi, svolgendo un meticoloso lavoro di selezione e monitoraggo in campi sperimentali. I semi se non riprodotti anno dopo anno, perdono di germinabilità ed è quindi necessaro coltivarli per preservarli. L'istituto di granicoltura per me è stato un importate punto di riferimento nella scoperta del patrimonio genetico siciliano e per la scelta delle sementi per le produzioni biologiche della mia azeinda agricola.
La mia linea di etichette, dove il connubio Terra, arte e natura si sposa perfettamente, è dedicata alla pasta artigianale. Pasta ottenuta da farina molita a pietra, trafilata al bronzo ed essiccata lentamente. Questa è una pasta dall'alto valore nutritivo che sa di sole e di terra di Sicilia, è così buona che basta condirla con un filo d'olio extravergine di oliva per esaltarne il sapore. E' realizzata con farina di grano antico siciliano varietà Timilia. Questa varietà di grano ha una qualità di glutine diverso da molti altri tipi di grani. E' un glutine poco tenace che, abbinato ad un essiccazione lenta della pasta, rende questo prodotto altamente digeribile. L'essiccazione avviene ad una temperatura compresa tra i 38° e i 40° C, la temperatura dipende dal formato di pasta, ovvero dalla sua cartella (cioè dallo spessore della sezione della pasta) per esempio, rigatoni e penne vanno essiccati a 38°C mentre per i cavati e le casarecce saranno necessari 40°C. La pasta collocata su i setacci sta anche due giorni dentro le celle di essiccazione, anche in questo caso, tutto dipende dal formato e se è necessario, il tempo di essiccazione viene prolungato fino a quando la pasta non avrà perso tutta l'umidità in eccesso. Tutto questo tempo fa sì che il glutine non venga cristallizzato. La produzione artigianale da quella industriale si differenzia anche in questo. Le paste lavorate in modo industriale devono soddisfare requisiti di costi minimi di produzione e devono avere tempi di lavorazione brevi ed è per questo che vengono essiccate ad altissime temperature; parliamo di circa 150 °C che in tempi brevi rendono la pasta secca cristallizzandone il glutine, rendendo così il prodotto vitreo e spesso poco digeribile per il nostro organismo. Questa prassi, abbinata all'impiego di una farina di grani moderni con una maglia glutinica molto tenace, dà origine a paste che in alcuni casi possono causare gonfiore addominale proprio a causa di questo glutine al quale in nostro organismo non è abituato a decomporre durante la fase di digestione.
Sono a conoscenza di persone con intolleranza al glutine che riescono a mangiare pane e pasta realizzati interamente con farina ottenuta da grano Timilia. Questo è un prodotto non adatto a persone che soffrono di celiachia, ma se si tratta solo di un pò di intolleranza al glutine, suggerisco di chiedere un parere al proprio nutrizionista di fiducia per chi desidera introdurre questo tipo di pasta nella propria dieta.
La mia creatività e il voler sfruttare al meglio le risorse agricole hanno generato l'idea di dar vita ad un preparato alimentare, in questo caso non posso chiamarlo pasta perchè la normativa lo vieta: la pasta si ottiene solo da semola o sfarinato di grano duro. L'impasto del preparato alimentare che forma penne o rigatoni è costituito da una miscela di farina di timilia e farina di ceci. Sempre farine molite a pietra e preparati con trafilatura al bronzo ed essiccazione lenta. Poi un'altra variante è quella dove alla farina di Timilia viene miscelata quella di cicerchie di Aidone, dando vita ai riccioli. La cicerchia è un legume antico tipico della provincia di Enna, in particolar modo si attribuisce l'areale di coltivazione alle campagne attorno al paese di Aidone nelle zone più centrali della Sicilia.
I preparati, ottenuti con farina di Timilia e di legumi, hanno un valore proteico maggiore rispetto alla pasta tradizionale ed il loro gusto intenso si sposa perfettamente con il pesto di basilico fresco o una salsa ottenuta con pomodorini di Pachino scottati in padella con aglio ed un filo d'olio extravergine di oliva.
La mia progettazione grafica ha riportato nelle etichette di queste paste un decoro che riprende le ceramiche della scalinata "Santa Maria del Monte".
Le immagini utilizzate d'ispirazione alla ceramica calatina sono state stilizzate ed adattate a spazzi minimi come quelli delle etichette.
Ho lavorato con tre decorazioni differenti: uno che rappresenta la pasta di Timilia, un altro per la pasta ceciosa ed un altro ancora per i riccioli di cicerchie.
Lo scopo è quello di differenziare il prodotto anche da un punto di vista visivo: un decoro, un gusto diverso. Il tutto per dar vita ad un pakaging da i colori vivaci che rende accattivante il contenuto ed invita all'acquisto di un prodotto che è già buono di suo.
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